Storia di 3500 cm²
3500 cm² nasce a Roma nel 2004 all’interno del progetto BlueRoom a Rialto Sant’Ambrogio, uno spazio indipendente che ha rappresentato un importante punto di riferimento per la sperimentazione artistica sociale e culturale. L’idea alla base del progetto è semplice ma potente: utilizzare il formato del manifesto come spazio espositivo accessibile e diffuso, trasformando la città in una piattaforma per l’arte contemporanea. Fin dall’inizio, 3500 cm² ha coinvolto artisti di diverse generazioni e provenienze, commissionando opere pensate per essere fruite nello spazio pubblico, aprendo le frontiere dell’arte oltre i vincoli della galleria o del museo.
Il progetto si è presto espanso oltre i confini di Roma, trovando accoglienza in istituzioni internazionali, tra cui musei, centri d’arte e biennali, che hanno riconosciuto nel formato del manifesto una modalità innovativa di diffusione dell’arte. Negli anni, 3500 cm² si è diffusa in diversi luoghi, portando le sue affissioni in città come Ljubljana, Berlino, Parigi e molte altre. Questa espansione ha permesso di ampliare il dialogo tra artisti e pubblico, mantenendo sempre un forte legame con il contesto urbano e sociale in cui i manifesti vengono esposti. Oggi, 3500 cm² continua a esistere come un progetto in evoluzione, adattandosi alle trasformazioni del panorama artistico e alle nuove modalità di fruizione dell’arte nello spazio pubblico.
Nei suoi sviluppi più recenti, 3500 cm² sta ampliando ulteriormente il suo raggio d’azione, portando l’arte in contesti non convenzionali di ampia diffusione pubblica. Questo nuovo capitolo del progetto nasce dalla volontà di raggiungere pubblici ancora più diversificati, intervenendo in luoghi dove l’arte può avere un impatto diretto sul quotidiano, offrendo momenti di riflessione, relazione e respiro visivo. L’espansione di 3500 cm² in luoghi pubblici diversificati risponde alla necessità di ripensare il ruolo dell’arte nei contesti più sensibili, trasformando il. Poster in dispositivi di incontro e stimolo percettivo. Parallelamente, l’inserimento in ambienti di grande passaggio consente al progetto di rafforzare il suo principio fondante: portare l’arte anche al di fuori dei circuiti tradizionali, rendendola accessibile a un pubblico ampio e trasversale. Questa nuova fase di 3500 cm² conferma la sua vocazione a essere un format aperto e adattabile, capace di confrontarsi con contesti sempre diversi, pur mantenendo intatta la sua essenza: quella di un’esposizione diffusa, gratuita e radicalmente pubblica.
3500 cm² si evolve verso l’idea di un museo diffuso, in cui l’arte non è più confinata a uno spazio istituzionale ma si distribuisce in modo permanente in diversi luoghi pubblici. Attraverso la distribuzione dei poster in contesti urbani molto diversi tra loro, il progetto trasforma la città in una piattaforma espositiva continua, accessibile a tutti senza barriere fisiche o economiche. Questa modalità di presentazione permanente ribalta il concetto tradizionale di museo, rendendo l’esperienza artistica parte integrante del quotidiano. I poster non sono più eventi temporanei o iniziative sporadiche, ma elementi stabili che si integrano nell’ambiente, generando nuove relazioni con il pubblico e il territorio. L’idea di museo diffuso di 3500 cm² si fonda sulla democratizzazione della fruizione artistica: ogni spazio può diventare un luogo espositivo, ogni passante un visitatore inconsapevole. L’arte, così, si inserisce nei flussi della vita urbana, creando un dialogo aperto e continuo tra opera, contesto e pubblico.